Recensione di Mortdecai con Johnny Depp. Posseduto da Sparrow, Depp si ricicla con mossette e vocine regalando un risultato imbarazzante
C’era una volta Johnny Depp: attore indie dal fascino tenebroso e dalla performatività duttile, bellissimo, intelligente, appassionato selezionatore di sceneggiature impegnate, difensore degli umili, ribelle, intellettuale, rockstar. Il suo nome era garanzia di qualità e la sua presenza carismatica riusciva a nobilitare anche la più inutile, banale delle produzioni, trascinando al cinema migliaia di fan disposti a pagare il biglietto solo per lui.
Adorato dalle spettatrici, idolatrato dagli spettatori che volevano essere come lui, Johnny Depp era un simbolo generazionale di coolness alternativa, attore-feticcio di registi dark come Tim Burton, ispiratore di geni del cinema con Jim Jarmusch, mattatore nel caleidoscopio lisergico di Terry Gilliam.
Della leggenda Depp, ora, non resta più niente: né l’ormai perduta avvenenza, sepolta sotto chili di botox e appesantita da anni di abusi, né le doti recitative, occultate da un manierismo gigione fatto di mossette stereotipate e faccette buffe, che lo tengono prigioniero dai tempi di Capitan Jack Sparrow.
Facile intuire che questo Mortdecai, basato com’è sulla performance di Depp, sia un film decisamente poco riuscito, complice anche uno script inutilmente confusionario che alterna frenetici segmenti action a quelle che vorrebbero essere parentesi salaci.
Se avesse voluto guardare a modelli come Indiana Jones o il più recente Sherlock Holmes di Guy Ritichie non è dato saperlo: quel che è certo è che rischia di scontentare tutti, non riuscendo mai né a coinvolgere nell’azione, né tantomeno a divertire. E credere a un Depp fascinoso e seduttore comincia a essere davvero difficile.
Tratta da una serie di quattro romanzi di Kyril Bonfiglioli, pubblicati nel Regno Unito tra il 1972 e il 1985, la pellicola racconta le vanagloriose gesta del mercante d’arte Mortdecai, baffuto, sbruffone ed eccentrico (esattamente come il 90% dei personaggi interpretati da Depp negli ultimi 10 anni al netto dei baffi), impegnato a fuggire dai criminali russi. Tra esplosioni, inseguimenti e sparatorie, si fatica a capire dove il film voglia andare a parare, ma soprattutto ci si annoia mortalmente, ammorbati dalle mille leziosità di Depp che, più che un affascinante aristocratico britannico, assomiglia al Geometra Calboni di Fantozzi.
Meglio va ai comprimari: una compassata, elegante Gwyneth Paltrow (la moglie Johanna), un letale Paul Bettany (la guardia del corpo), un disperato Ewan McGregor ispettore di polizia da sempre innamorato di Johanna.
[Leggi anche: Il trailer di "Mortdecai" con Johnny Depp mercante d'arte]
Resta comunque un pasticciaccio brutto raffazzonato e monotono che, fotogramma dopo fotogramma, segna l’incedere saltellante e allucinato dell’ex divo Depp sul Viale del Tramonto.
Voto della redazione:
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