L'Istituto Comprensivo "Margherita Hack" di San Vito al Tagliamento ha deciso di dotare tutte le aule di un videoproiettore interattivo, i risultati secondo gli insegnanti sono eccellenti
Quanto fa bene il digitale alla scuola? Se lo chiedono sempre più persone da quando proiettori e lavagne interattive stanno entrando nelle aule scolastiche. Sicuramente la possibilità di sfruttare il potere delle immagini e dell’interattività è un aspetto che affascina e coinvolge gli studenti che vedono gli insegnanti fare un passo nella loro direzione. È anche vero però che la scuola italiana, soprattutto in alcune zone del paese, ha dei problemi strutturali da risolvere che dovrebbero essere messi in primo piano, così come la questione del precariato.
Spesso però è molto più utile osservare da vicino un caso virtuoso piuttosto che lamentarsi e polemizzare, ecco perché la realtà di Istituto Comprensivo "Margherita Hack" di San Vito al Tagliamento (PN) potrebbe essere d’esempio per altre scuole.
Tre anni fa l’Istituto con il sostegno del comune ha deciso di acquistare venti proiettori Epson e di installarli in tutte le aule, dalla scuola per l’infanzia a quella secondaria di primo grado. "Da quando utilizziamo i videoproiettori per l'insegnamento - racconta Alessandra Maieron, maestra di una delle scuole primarie dell'Istituto - la didattica si è completamente trasformata. E gli alunni sono più partecipativi durante le lezioni”.
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È importante sottolineare che i docenti non sono stati lasciati a loro stessi e hanno seguito un corso di formazione per usare al meglio i proiettori e le loro funzionalità. Gli Epson EB-595Wi vengono accesi al mattino e spenti alla fine della giornata proprio perché vengono utilizzati per tutte le materie e per tutte le fasce d’età, permettendo anche agli studenti più giovani di interagire con l’insegnante.
Non è da reazionari però augurarsi che oltre alle attività multimediali la scuola italiana non smetta di dare valore agli altri strumenti didattici come la voce dell'insegnante o l'oggetto libro, che i dirigenti scolastici continuino a credere in tutto quel ventaglio di insegnamenti che un bambino trae imparando a scrivere e impegnandosi per avere una grafia curata e leggibile.
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