Sono stati resi disponibili due nuovi filmati tratti da "Taxi", ultima pellicola dell'iraniano Jafar Panahi, già premiato all'ultimo Festival di Berlino con il prestigioso Orso d'oro. Diamogli un'occhiata
L'Orso d'oro del Festival di Berlino, deciso quest'anno da una giuria che comprende, tra gli altri, Darren Aronofsky, Bong Joon-ho e Audrey Tautou, è stato consegnato al nuovo film del regista iraniano Jafar Panahi, Taxi, pellicola girata in clandestinità e tenuta segreta prima dell'annuncio berlinese. Eppure, subito dopo la sua anteprima, era chiaro che in gara c'era un nuovo frontrunner che difficilmente sarebbe stato ignorato; la critica ha risposto con entusiasmo, e sono piovute le recensioni positive. Secondo Variety, Taxi è “un film con della silenziosa ma profonda atrocità, che ride in superficie ma che urla rabbia dal suo interno”, mentre The Playlist l'ha definito un giro “perspicace, godibile e appassionante che funge da testimonianza della forte e ingovernabile immaginazione del suo regista”.
Con tutta probabilità, la pellicola non uscirà mai nella patria dell'autore, dove Panahi è a tutt'oggi agli arresti domiciliari per aver partecipato a movimenti di protesta contro il governo, ma la speranza è che l'Orso d'oro possa essere utile come lasciapassare verso gli altri territori, soprattutto tra i distributori occidentali. In attesa di eventuali date d'uscita però, possiamo dare una veloce occhiata alla pellicola tramite queste due clip appena rilasciate dalla produzione. Qui, vediamo il regista in versione tassista in giro per Teheran, mentre incontra le più svariate persone della città (nel caso dei filmati, una donna e una bambina). Al centro delle discussioni, ovviamente, è la situazione politica e sociale dell'Iran, con sguardo centrale anche verso tematiche universali come la censura e la libertà d'espressione.
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Panahi ha sottolineato quanto ritenga importante che i suoi compaesani vedano la pellicola, in quanto sarebbe la gioia più grande, anche ben superiore ai premi. Per il momento, purtroppo dovrà invece accontentarsi del consenso internazionale senza possibilità di ricevere riscontro dai propri connazionali. Ricordiamo che nel corso della sua carriera, il cineasta ha già vinto i più svariati trofei in giro per il mondo: tra le varie conquiste, tiene in pugno una Camera d'or cannense (Il palloncino bianco, 1995), un Pardo d'oro di Locarno (Lo specchio, 1997), e un Leone d'oro veneziano (Il cerchio, 2000). Peccato che questi riconoscimenti non sembrino ancora bastare affinché possa finalmente tornare in piena libertà nel proprio paese.
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