Ritratto di Alice Grisa
Autore Alice Grisa :: 8 Ottobre 2016

Da Diane Keaton a Kristen Stewart, passando per Penelope Cruz ed Emma Stone. Di Muse, Woody Allen ne ha avute tante. Ne scegliamo sette da raccontarvi

Woody Allen Muse

Superfashion, sensuali, algide, sofisticate, secchione, spregiudicate, radical-chic con o senza occhiali. Le Muse di Woody Allen sono infinite e impossibili da ricondurre a uno schema definito. Nella personalissima Teogonia del cervellotico regista, il Parnaso è una grande città americana (o europea) melting pot, dove food, fashion, natura, cultura, sesso, fototipi e fenotipi si mescolano in un buffet gigantesco da cui Woody attinge per trovare eroine sempre più incredibili. Perché la seduzione è uno state of mind, un ventaglio di possibilità. E Woody Allen non si sogna di fermarsi alla prima, ma neanche alla ventesima. Le sue Muse sono infinite: c’è Diane Keaton, che il sabato sera ha preso l’impegno di suicidarsi ma è libera per un appuntamento il venerdì; c’è Mia Farrow, sogno metatestuale che diventa realtà; c’è Scarlett Johansson in un campo di grano vangoghiano; c’è Penelope Cruz, Emma Stone e anche Kristen Stewart. Ecco le 7 principali ispirazioni femminili dell’immenso artista newyorchese.

1-DIANE KEATON: all’inizio fu un problema perché Diane era troppo alta per Woody Allen. Ma poi diventò poetica filmica e relazione sentimentale. “Nella vita reale, Diane crede in Dio. Ma crede anche che la radio funzioni perché ci sono dentro delle piccole persone” raccontava il regista. Diane Keaton era una musa post-esiodea: in Io ed Annie gli outfit, le abitudini, il modo di parlare e muoversi riflettono lo stile dell’attrice, incoronata come una vera e propria icona dei frenetici anni ’70.

2- MIA FARROW: una rossa controversa, compagna di Woody Allen per 12 anni e che ha ispirato i suoi successi postmoderni quanto si è trovata invischiata in oscure vicende giudiziarie che riguardavano le presunte molestie del regista alla figlia Dylan. Ma sullo schermo la Musa-Farrow ha regalato solo successi. Svampita, leggera, eterea, è fatta della stessa sostanza dei sogni.

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3- JULIA ROBERTS: un’icona degli anni ’90 per il film corale Tutti dicono I love You. Amore, città e cinema è un triangolo dai vertici estremi di poesia, sogno e passione. Il cuore spezzato è una possibilità ma, come dicevano in Casablanca, avremo sempre Parigi. O Venezia. Julia Roberts tra le gondole e le calli traghetta un ideale di cinema che sta incontrovertibilmente cambiando e provando già nostalgia per quello che non è più.

4- PENELOPE CRUZ: Oscar per Vicky Cristina Barcelona, l’affresco generazionale sui rebus sentimentali. Mentre Rebecca Hall e Scarlett Johansson provano a capire di che tipo d’amore amano, Penelope Cruz buca (e brucia) lo schermo con il suo status di bomba latina. Tra Vicky e Cristina vince Barcellona.

5- SCARLETT JOHANSSON: dalla generazione X Woody Allen salta ai Millennials, alla “burrosa” (aggettivo tra i più usati) attrice newyorchese che diventa sogno erotico nel delitto e castigo londinese di Match Point (pioggia, campo di grano, mancano solo i corvi) e nerd comico-sherlockholmiana in Scoop.

6- EMMA STONE: rossa e bianca come una rosa, delicata come Mia Farrow e (wannabe?) cerebrale prima e dopo il successo di Birdman. Emma Stone, secondo la stampa americana, era “ansiosa di allinearsi” al talento di Woody Allen proprio nel 2014, anno critico per il regista per il rispolvero delle accuse di molestie sessuali a Dylan Farrow. Molto eterea, Emma Stone attraversa la visionarietà di Magic in the Moonlight e il trattato nichilista-nietzschiano The Irrational Man.

7-KRISTEN STEWART: a metà anni ’10, la Musa di Woody Allen è rock e a Cannes 2016 porta con sè una fidanzata, ma nella finzione di Café Society interpreta una storia d’amore negli anni ’30. Dai vampiri ai cuori infranti, Kristen Stewart stupisce (come tutte le altre) in una gallery di donne che ispirano l’artista in modi sempre più sorprendenti.

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