Come hanno reagito i vincitori degli Oscar 2015? Quando le mani e la voce tremano nel momento in cui si riceve l’agognata statuetta, sono più le dichiarazioni di backstage a rivelarsi interessanti
Come hanno reagito i vincitori degli Oscar 2015? Considerato che erano tutti preparati al premio, dato che non ci sono state sorprese, è vero anche che una cosa è essere il favorito dichiarato di una competizione, un’altra il fatto di salire sul palco degli onori e ricevere quel premio che spesso vale una vita nella carriera, nel bene e nel male. Più che i discorsi fatti sull’onda dell’emozione, quando la voce e le mani tremano nel momento in cui si riceve l’agognata statuetta, sono più le dichiarazioni di backstage a rivelarsi interessanti.
Sicuramente in queste dichiarazioni si respira meglio il vissuto dei personaggi che spesso si rivelano nel lato più umano, nelle loro storie più incredibili, con un’autenticità che fa dimenticare, per fortuna, anche le inutili vetrine del red carpet, troppo sature ormai di abiti di alta moda e gioielli e di sponsor osceni… o che non c’entrano nulla col mondo dell’arte.
Iniziamo dal vincitore dei vincitori, Alejandro González Iñárritu regista di Birdman, che con miglior film e regia ha ottenuto il consolidamento assoluto come autore hollywoodiano. Tra le sue prime reazioni, non ci credereste, ma Iñárritu si è rallegrato, per poter parlare nella sua lingua, lo spagnolo. Sembra un particolare trascurabile, ma usare la propria lingua è sempre una modalità di espressione unica, che non si può provare tanto facilmente pur conoscendo bene altri idiomi: “È così bello, sembra di essere in Messico. Non ho dovuto parlare solo in inglese”. Sul film si dimostra che le più grandi opere sono sempre rivelatrici di una verità che non si ha il coraggio di guardare: “Non riesco a immaginare il perché ho fatto quello che ho fatto in Birdman. Penso che la paura sia il freno maggiore della vita e finché si ha paura non si è in grado di godersi la vita”. Sul fatto che il linguaggio formale del film abbia scioccato spettatori e addetti ai lavori, Iñárritu ha risposto che il suo primo obiettivo era quello di comunicare il viaggio emozionale del protagonista.
Julianne Moore, migliore attrice con Still Alice, è una delle interpreti più coscienti dei ruoli prescelti negli ultimi anni. Non stupisce quanto abbia detto: “Credo nel duro lavoro. Mi piacciono le storie di personaggi veri, di relazioni autentiche famigliari”.
Patricia Arquette, migliore attrice non protagonista con Boyhood, ha stupito tutti con il suo discorso a favore delle donne, di cui ci siamo anche occupati in un altro articolo. Ma la Arquette entra nel nostro cuore, quando dichiara che non è passata dal manicure ed ha usato un abito di una vecchia amica di scuola…
Eddie Redmayne, miglior attore protagonista per La teoria del tutto, ringrazia innanzi tutto Stephen Hawking: “La famiglia Hawking è stata generosa e disponibile con la produzione del film e noi avevamo la responsabilità di raccontare la storia nel modo più autentico possibile”.
Curiosa la dichiarazione di Emmanuel Lubezki, miglior direttore della fotografia per Birdman, per quel che riguarda la prima impressione sul film: “Quando ho visto per la prima volta la sceneggiatura del film, mi sembrava un incubo, ma Alejandro è riuscito a catturarmi, è davvero un artista originale e straordinario. Questo è stato il film più impegnativo dal lato tecnico che abbia mai girato per la lunghezza delle riprese continue”.
[Leggi anche: Come illuminare un piano sequenza e long takes con movimenti di macchina]
La lista completa dei vincitori:
Miglior film – Birdman, regia di González Iñárritu
Miglior regia – Alejandro González Iñárritu per Birdman
Miglior attore protagonista – Eddie Redmayne per La teoria del tutto
Miglior attrice protagonista – Julianne Moore per Still Alice
Miglior attore non protagonista – J. K. Simmons per Whiplash
Miglior attrice non protagonista – Patricia Arquette per Boyhood
Migliore sceneggiatura originale – Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris e Armando Bo per Birdman
Migliore sceneggiatura non originale – Graham Moore per The Imitation Game
Miglior film straniero – Ida (Polonia), regia di Paweł Pawlikowski
Miglior film d’animazione – Big Hero 6, regia di Don Hall e Chris Williams
Migliore fotografia – Emmanuel Lubezki per Birdman
Migliore scenografia – Adam Stockhausen per Grand Budapest Hotel
Miglior montaggio – Tom Cross per Whiplash
Migliore colonna sonora – Alexande Desplat per Grand Budapest Hotel
Migliore Canzone – “Glory”, di John Stephens e Lonnie Lynn in Selma – La strada per la libertà
Migliori effetti speciali – Paul Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter e Scott Fisher per Interstellar
Miglior sonoro – Craig Mann, Ben Wilkins e Thomas Curley per Whiplash
Miglior montaggio sonoro – Alan Robert Murray e Bub Asman per American Sniper
Migliori costumi – Milena Canonero per Grand Budapest Hotel
Miglior trucco o acconciatura – Frances Hannon e Mark Coulier per Grand Budapest Hotel
Miglior documentario – Citizenfour, regia di Laura Poitras
Miglior cortometraggio documentario – Crisis Hotline: Veterans Press 1, regia di Ellen Goosenberg Kent
Miglior cortometraggio – The Phone Call, regia di Mat Kirkby
Miglior cortometraggio di animazione – Winston (Feast), regia di Patrick Osborne
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