Dopo una calda accoglienza ricevuta al Toronto Film Festival, "Colossal", nuova pellicola del visionario Ignacio Vigalondo, si appresta a debuttare al 64mo Festival di San Sebastian. Ecco le dichiarazioni del regista
Ignacio Vigalondo, meglio noto ai più come Nacho Vigalondo, si prepara a presentare la sua ultima opera, Colossal, al 64mo Festival di San Sebastian. Il film, alquanto difficile da giudicare, vede la bellissima Anne Hathaway nei panni della protagonista femminile all'opera contro un mostro di distruzione di massa.
Nel corso di una recente intervista, il regista spagnolo ha parlato dei suoi collaboratori, Borja Cobeaga e Carlos Vermouth, e del processo creativo che lo ha portato a realizzare questa pellicola. Ecco le sue dichiarazioni:
"Voglio lavorare in un ambiente in cui posso essere criticato ed ascoltato, non mi interessa la mia singola visione. Ho apprezzato molto la loro collaborazione poiché mi hanno aiutato molto e sono sempre stati disponibili a fornirmi un feedback sul progetto. Apprezzo molto di più essere criticato da un mio amico piuttosto che essere applaudito".
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Il regista ha poi spiegato il suo obiettivo primario di voler realizzare un film che accontentasse diverse fasce di pubblico: "Voglio trovare il giusto compromesso tra il facile e il difficile. Molto spesso definiamo dei registi commerciali quando invece è molto difficile realizzare la loro stessa pellicola, come se tutto fosse automatico in questo settore. Voglio cercare di catturare l'attenzione dell'adolescente, dell'amante dei film d'azione, del cinefilo specializzato e così via. Se riesco nel mio intento, lo considero un trionfo definitivo".
Per concludere l'intervista, Vigalondo ha citato grandi pellicole come King Kong e Pacific Rim, celebri nell'aver trattato la tematica del mostro: "Come mi è stato detto da Carlos Vermouth, nel mio film ci si dimentica dei mostri, in alcuni tratti. L'idea alla base è difficile perché queste creature rappresentano il motivo principale per cui noi guardiamo pellicole del genere ma vi è la necessità di una trama umana, come il pane nel panino al prosciutto, per fare un esempio banale. Se gli uomini non ottengono voce in capitolo, come faranno a vincere la sfida contro i mostri? La grande sfida del mio film è stata quella di trovare un vero punto di connessione tra i mostri e gli umani, alla fine del terzo atto".
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