Nell'anno di "Pulp Fiction" il regista aveva già pensato ad alcune scene topiche dei film con Uma Thurman
Online è comparso un video che i cultori di Quentin Tarantino devono assolutamente vedere. Siamo nel 1994, anno in cui nelle sale usciva Pulp Fiction, un film che ha rivoluzionato la nostra cultura, e Tarantino è in una stanza illuminata dalla luce dei neon in compagnia del suo amico e collega Robert Rodriguez.
Non gli sta leggendo qualche recensione al film con John Travolta e Uma Thurman, sta leggendo la descrizione di alcune scene diventate poi tra le più conosciute del suo cinema. Si tratta di una prima bozza di Kill Bill, film che uscirà in due parti solo diversi anni dopo, tra il 2003 e il 2004.
Il filmato è tratto dalla serie The Director's Chair curata dallo stesso Rodriguez in cui il poliedrico artista intervista alcuni dei più grandi registi del nostro tempo come Tarantino e John Carpenter. È quindi vero che il film sulla sposa vendicatrice venne concepito proprio sul set di Pulp Fiction insieme alla protagonista di entrambe le pellicole.
È divertente sentire come Tarantino legga una delle frasi più famose di Kill Bill vol. 2 in cui il personaggio di Uma Thurman, risvegliatosi dal coma, svela la sua insaziabile sete di vendetta che lo porta ad uccidere l’ultimo suo bersaglio, “Ho ucciso tante persone per arrivare fin qui, ma ne devo uccidere ancora una... l'ultima. Quella da cui sto andando ora. La sola rimasta in vita. E quando sarò arrivata a destinazione, io ucciderò Bill!”.
Eccola lì la scena con il primo piano di Beatrix mentre è intenta a guidare verso il suo ultimo bersaglio.
[Leggi anche: Quentin Tarantino farà "Kill Bill 3"? Uma Thurman dice la sua]
L’attesa per l’ottavo film del regista sta per finire, a giorni infatti arriverà nelle sale italiane The Hateful Eights. Kill Bill è stato un capolavoro, un omaggio spassionato alle arti marziali, ora si capirà come se l’è cavata il padre de Le Iene con il genere western, d’altronde fondere stili e generi è stata da sempre una delle sue più grandi passioni, ciò che l’ha reso uno dei simboli dell’epoca postmoderna.
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