La regista ritorna al cinema di finzione e lavora all'adattamento del romanzo di Maylis de Kérangal
È estate vicino a Marsiglia, degli adolescenti svogliati e affamati di emozioni forti, si tuffano dalla Corniche Kennedy, una strada che costeggia il mare.
Succede che Dominique Cabrera sta girando, appunto, Corniche Kennedy, film tratto dal romanzo di Maylis de Kerangal, autrice molto apprezzata ultimamente dal cinema francese. La regista de L’autre côté de la mer (1997) e Le lait de la tendresse humaine (2001) torna così al racconto di finzione dopo un’incursione nel mondo del telefilm e del documentario.
Che cosa contraddistingue l’essere umano dalla bestia? Qualcuno dirà la parola, qualcun’altro, in vena di simpatia, potrebbe azzardare l’abbigliamento e invece parliamo di emozioni. Il culto delle tradizioni, lo stupore, la voglia di esprimersi, di scoprire e di scoprirsi. Di osare. È proprio su questo che sarà incentrata la nuova fatica di Dominique Cabrera che già da qualche settimana si aggira, consueta capitana battagliera, in uno dei porti di mare più affascinanti e controversi di tutto il Mediterraneo. Si porta con sé una troupe che sembra cucita addosso non solo all’opera o alla regista: ma all’ambiente circostante. Ritroviamo la direttrice della fotografia Isabelle Razavet, insieme ad Aïssa Maïga (nominata al César 2007 come miglior promessa per Bamako) e Moussa Maaskri, ammirata ultimamente in El Niño.
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A che cosa arriverà questa squadra di marinai dell’audiovisivo approdata in Costa Azzurra non è dato del tutto saperlo. Possiamo supporre che sarà, in linea con i lavori della Cabrera, un’opera sicuramente coraggiosa, di scoperta, di rivelazione e fascinazione. Un’opera umana che Gaëlle Bayssières e Didier Creste hanno deciso di produrre per Everybody on Deck.
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