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Autore Simona Carradori :: 14 Luglio 2016
Locandina The Legend of Tarzan

Recensione di The Legend of Tarzan | David Yates aggiunge un nuovo capitolo alle avventure del re della giungla, ma nonostante l'intento di storicizzare la vicenda, finisce con il relegare il realismo dietro all'esagerata patina da cinecomic

Tarzan è senza dubbio uno dei personaggi letterari che con le sue vicende, narrate in ben 24 volumi, ha ispirato più opere cinematografiche di quante non se ne ricordino. Protagonista di ben 59 trasposizioni tra cinema e tv, l'uomo selvaggio creato dalla mente di Edgar Rice Burroughs per decenni ha continuato ad affascinare il pubblico grazie alle sue origini esotiche e la sua forza, ma soprattutto perché nonostante le sue eroiche imprese, non ha mai posseduto particolari poteri o capacità. Almeno fino ad oggi.

Diretto da David Yates, regista degli ultimi quattro film di Harry PotterThe Legend of Tarzan riprende parte del soggetto di Burroughs ma sfrutta una sceneggiatura originale di Craig Brewer e Adam Cozad, che riscrive il passato dei protagonisti e aggiunge nuovi personaggi, sia fittizi che storici, tra cui George Washington Williams e Leopoldo II, il re del Belgio. Seppur con l'intento di contestualizzare la vicenda dandogli una parvenza di realismo, lo scopo primo della regia sembra essere piuttosto quello di suggestionare con una computer grafica mozzafiato e accostare il re delle scimmie più al mondo cinecomic che a quello reale.

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Non si tratta tanto del solito leitmotiv del cinema d'azione/avventura, questo monolitico Tarzan si porta sul groppone quasi tutti i tratti distintivi del supereroe, avendo sempre la meglio in duelli o situazioni estreme in cui un uomo nudo e disarmato riporterebbe quantomeno una parvenza di danno fisico. Insomma, cosa rimane della natura selvaggia di Tarzan? Forse la bella Jane.

Il personaggio interpretato da Margot Robbie (Whiskey Tango Foxtrot, Suicide Squad), che si cala senza problemi nella parte, sembra mostrare una personalità più ancorata ad un passato quasi remoto: una donna senza timori, forte e profondamente legata alla terra africana in cui è cresciuta. Descrizione che ricorda tanto quello che era e avrebbe dovuto essere suo marito John Clayton III, aka Lord Greystoke, aka Tarzan, aka Super Tarzan.

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Alexander Skarsgård (Zoolander, Melancholia) nel ruolo del re delle scimmie è tutto sommato una scelta azzeccata, specialmente per la sua fisicità che ben si addice a quella del personaggio. Il resto del cast stellare, oltre la Robbie, vede altri nomi di spicco come Samuel L. Jackson (Pulp Fiction, The Hateful Eight) e Christoph Waltz (Bastardi Senza Gloria, Django Unchained), che si trovano ad interpretare i loro ruoli canonici lievemente sottotono, il primo nei panni del pentito George Washington Wlliams e il secondo, prevedibilmente villain, nella parte dello spietato esploratore Léon Rom.

Dal punto di vista grafico The Legend of Tarzan è disarmante. Tra paesaggi mozzafiato e sequenze action sbalorditive, non si può negare che il film sia un piacere per gli occhi ed abbia dalla sua la capacità di galvanizzare lo spettatore, considerando anche il 3D che fa la sua parte nell'immergere nei bellissimi scenari africani e negli angusti anfratti di una giungla a volte nemica.

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Ma nell'era cinematografica in cui la sceneggiatura perde sempre più importanza e viene indebolita per far spazio agli effetti speciali, la bellezza visiva di The Legend of Tarzan, seppur suggestiva, non può considerarsi un trionfo, né un'eccezione, semplicemente una norma che continua ad avere potere sul pubblico. Ma per quanto ancora? 

Trailer di The Legend of Tarzan

Voto della redazione: 

2

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