Ritratto di Erika Favaro
Autore Erika Favaro :: 17 Dicembre 2015

Piangere al cinema non fa diventare tristi, rende solo più intensa la nostra esperienza visiva, ecco cinque film di fronte ai quali è impossibile resistere

The Wrestler

Ognuno ha i propri riti nel momento in cui si arriva al cinema: qualcuno deve per forza comprare i pop corn, qualcuno arriva costantemente in ritardo, qualcuno entra in anticipo per non perdersi i trailer. Ma una delle cose più divertenti da fare è soffermarsi ad osservare i volti di coloro che escono dallo spettacolo prima del nostro per tentare di estrapolare qualche emozione. E a volte capita di vedere occhi lucidi e fazzoletti spiegazzati, perché spesso al cinema si piange ed essere emotivamente provati da quanto stiamo vedendo è una delle sensazioni più belle e liberatorie che si possano provare. Ecco cinque film di fronte ai quali è impossibile trattenere la lacrima.

The Wrestler
Il ritratto che Darren Aronofsky ci regala del wrestler in declino è di rara umanità. Randy riconosce la sua solitudine e tenta di mettere insieme i pezzi della sua vita, cerca di riavvicinarsi a una figlia che ha sempre ignorato ma mai dimenticato. Il personaggio di Mickey Rourke riesce a passare un giorno intero con lei (Evan Rachel Wood) ed è in quelle scene in cui le chiede con il cuore in mano di non odiarlo per i suoi sbagli che anche il più duro dei combattenti non può non sciogliersi.

Quel fantastico peggior anno della mia vita
È stato uno dei fenomeni indie dell'anno, Quel fantastico peggior anno della mia vita racconta l'amicizia tra un adolescente solitario e cinefilo e una ragazza a cui è stata diagnosticata la leucemia. Ciò che lo rende un film originale e brillante però è che non si piange per la presenza della malattia come in qualsiasi altro cancer-movie. Nel film di  Alfonso Gomez-Rejon ci si commuove per il percorso personale di Greg e del modo in cui il ragazzo riesce ad affrontare la perdita dell'amica.

Up
Non sarà un bel vedere per i bambini, ma succede spesso che gli adulti si commuovano di fronte a un cartone, e la Pixar sembra riuscirci particolarmente bene. Con Up non si finisce per piangere, si inizia a farlo già dai primi minuti di film durante la sequenza in cui viene riassunta la tenera storia d'amore tra Carl - l'anziano protagonista - ed Ellie.

[Leggi anche: Xavier Dolan torna a Cannes con Mommy]

Dancer in the dark
Lars Von Trier divide il pubblico, lo ammalia o lo irrita incredibilmente, questo è un dato di fatto. Ma di fronte alla tragica storia di Selma – interpretata da una superba Bjork – non si può non provare un senso di tristezza infinita. Il film racconta la sua lotta per salvare il figlio dalla stessa malattia che la costringe alla cecità, anche a costo di mettere a repentaglio la sua esistenza.

Mommy
Il rappporto madre-figlio descritto da Xavier Dolan è uno dei più struggenti e potenti della storia del cinema, un Mamma Roma trasportato nel Canada di oggi. Commuove vedere come i due protagonisti riescano ad amarsi e farsi del male contemporaneamente. Non ci sono colpe o cattiverie che possono essere attribuite, solo un rapporto affettivo ostacolato dal disturbo del comportamento del ragazzo e dall'imperfezione estremamente umana della madre che non si arrende. 

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