Arrivati a metà del Festival di Venezia 2015, iniziano finalmente a saltare fuori i primi favoriti. Tra questi, particolarmente lanciati sembrerebbero "Francofonia" di Aleksandr Sokurov ed "El Clan" di Pablo Trapero
Arrivati a metà Festival, è forse giunto il momento di fare le prime previsioni sulle pellicole che potrebbero portarsi a casa qualche premio. Il titolo preferito della critica? Senza ombra di dubbio Francofonia di Aleksandr Sokurov, docu-fiction di stampo godardiano che ha illuminato gli occhi dei giornalisti presenti in Laguna. Le lodi sono arrivate praticamente unanimi, da Repubblica al Corriere della sera, passando per Positif e Screen International: che il Leone d’oro possa tornare nuovamente al cineasta russo dopo la vittoria avvenuta nel 2011 con Faust? A deciderlo sarà la giuria composta da Alfonso Cuaron, Emmanuel Carrère, Nuri Bilge Ceylan, Pawel Pawlikowski, Hou Hsiao-hsien, Diane Kruger, Lynne Ramsay, Elizabeth Banks e Francesco Munzi.
Il possibile rivale è invece El Clan dell’argentino Pablo Trapero, accolto molto positivamente durante la proiezione stampa. The Film Stage ha parlato di “una pura e viscerale soddisfazione nel vedere una storia eccitante raccontata in maniera egregia”, mentre l’Hollywood Reporter ha particolarmente apprezzato la bravura del cast, sottolineando come “non ci sia una singola nota sbagliata nell’ensemble”. Di certo, con un capogiuria come Cuaron, l'ispanico Trapero parte con un punto in più, e non sarebbe affatto male vedere un serrato thriller trionfare finalmente in un Festival di serie A.
Per quanto ci riguarda, il tifo assoluto è per Beasts of No Nation di Cary Fukunaga, dramma targato Netflix che vibra di emozionante pathos in ogni singola scena. Divisi i recensori: le approvazioni sono arrivate da Il foglio, indieWIRE, Huffington Post e The Guardian, mentre Le Monde, Il messaggero e Il fatto quotidiano si sono espressi con articoli negativi. Siamo certi che si tratti di una pellicola che possa piacere ad un cineasta così energico come Cuaron, ma che cosa ne penseranno Ceylan o Pawlikowski?
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Infine, qualche considerazione sulle coppe Volpi: non premiare l’Eddie Redmayne e l’Alicia Vikander di The Danish Girl sarebbe senz’altro una prova di cecità da parte dei giurati, ma è ormai chiaro che nei Festival si tenda a fare gli alternativi, cercando di onorare nomi magari meno noti al grande pubblico: in questo senso, il bambino di Beasts of No Nation, Abraham Atta, potrebbe essere un’ottima scelta. Occhio anche alla Catherine Frot, la cantante stonata di Marguerite, commedia francese molto applaudita.
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