Recensione di Ogni maledetto Natale | Gli autori di Boris sconvolgono il Natale
Recensione di Ogni maledetto Natale con Francesco Pannofino, Valerio Mastandrea e Corrado Guzzanti | Dimenticatevi luci, regali e romanticherie: il Natale diventa la festa più terribile dell'anno, tra vizi, folli tradizioni e strani parenti
La premiata ditta creatrice dell'unica serie che ha saputo rompere gli schemi italiani, Boris, mette in scena per questo Natale non la magica atmosfera delle luci colorate, o il tepore delle case addobbate, e neanche la gioia frenetica dei bambini nello scartare i regali. Sicuramente non il piacere di ritrovarsi per il cenone o il pranzo insieme a tutti i parenti. Per Ciarrapico, Torre e Vendruscolo il Natale è invece la festa delle tenebre, il momento più terribile dell'anno, tra Babbi delinquenti, lo shopping obbligato, il freddo e la solitudine. E poi, le fatidiche riunioni familiari. Ogni maledetto Natale racconta infatti le esperienze mistiche e allo stesso tempo dissacranti di due giovani innamorati, Massimo (Alessandro Cattelan) e Giulia (Alessandra Mastronardi), che si ritrovano a passare le feste dalle rispettive famiglie.
Tra le tradizioni più deliranti di casa Colardo, parenti di Giulia, capitanati dal padre Pannofino, insieme agli zii Mastandrea, Guzzanti, Giallini, Sartoretti e Fresi, e dalla madre interpretata da un'irriconoscibile Laura Morante, in una Tuscia immaginaria e orrorifica fino al ridicolo, Massimo, massacrato per il suo inspiegabile lavoro nel Microcredito, viene coinvolto nelle assurde dinamiche del cenone. E da un tipo di follia si passa a un altro, quello della ricca famiglia Marinelli Ros, composta dai magnati del panettone e la loro servitù di filippini, che ci ricordano che il Natale non è che un business “spirituale in modo vago”, una festa che non c'entra niente con la religione.
Completamente agli antipodi, i personaggi sono in realtà i corrispettivi l'uno dell'altro, essendo interpretati dagli stessi attori: la ricorrenza diviene così l'occasione ideale per esaltare difetti, manie e mostruosità che sono propri di ogni famiglia, ad ogni livello sociale. I tre registi tentano quindi di stravolgere il cine-panettone dal suo interno, conciliando una canonica storia d'amore con le contraddizioni di una festività obbligata e ciecamente celebrata secondo le medesime tradizioni secolari malgrado la crisi e l'evoluzione sociale e culturale.
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Dopo il deboluccio Boris – Il film, il trio di autori riesce a ritrovare l'ispirazione già vista nella serie sul backstage della soap Occhi del Cuore, trattando il film di Natale come un prodotto da ricorrenza di cui parla Marinelli-Pannofino, da distruggere e rivoluzionare. E in parte ci riesce grazie a momenti particolarmente comici (il filippino fascista, il gioco della Spurchia), ma in parte ricade nella sua stessa trappola, affidandosi fin troppo alla nota bravura dei suoi protagonisti e concedendosi un classico e stantio lieto fine e quel “ciarpane romantico” che intendevano rifuggire. In ultima istanza, Ogni maledetto Natale si rivela il tentativo fallito di rifondazione del genere cine-panettone, quando forse, in fondo, occorrerebbe semplicemente proporsi fuori dalle dinamiche commerciali delle uscite cinematografiche "comandate", esattamente come si cerca di reinterpretare la festa comandata natalizia.
Infine, la nota più piacevole è certamente la presenza di Corrado Guzzanti che, nonostante le due parti soffocanti, mostra una vera libertà espressiva, ed è sempre entusiasmante ritrovare al cinema.
Voto della redazione:
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